Classificazione diabete

Classificazione del diabete mellito e altre categorie correlate

L’assegnazione di un tipo di diabete spesso dipende dalle circostanze presenti al momento della diagnosi e molti pazienti diabetici non si adattano facilmente a una singola categoria. Ad esempio, una persona con diabete mellito gestazionale (GDM) può continuare ad essere iperglicemica dopo il parto e può essere destinata ad avere, di fatto, il diabete di tipo 2. In alternativa, una persona che è diabetica a causa di grandi dosi di steroidi esogeni può diventare normoglicemica una volta interrotti i glucocorticoidi ma poi può sviluppare il diabete molti anni dopo gli episodi di pancreatite. Pertanto, per il medico e il paziente, è meno importante etichettare il particolare tipo di diabete che comprendere la patogenesi dell’iperglicemia e trattarla in modo efficace.

L’attuale classificazione distingue:

Diabete mellito di tipo 1: la causa è l’incapacità dell’organismo di produrre insulina a seguito della distruzione β -cellulare, su base autoimmune o idiopatica, e prevede terapia sostitutiva con insulina.

Diabete mellito di tipo 2: la causa è una combinazione di resistenza all’azione dell’insulina e una risposta secretoria insulinica compensativa inadeguata.

Diabete gestazionale: qualsiasi grado di intolleranza al glucosio che insorge o dà una prima manifestazione durante la gravidanza. Sebbene la maggior parte dei casi si risolva con il parto, la definizione si applica indipendentemente dal fatto che la condizione sia persistita o meno dopo la gravidanza e non esclude la possibilità che un’intolleranza al glucosio non diagnosticata possa essere iniziata prima o in concomitanza con la gravidanza.

Tipi specifici di diabete, causati da altre eziologie identificabili:

  • Difetti genetici della cellula β
  • Difetti genetici nell’azione dell’insulina
  • Malattie del pancreas esocrino
  • Endocrinopatie
  • Diabete indotto da farmaci o da sostanze chimiche
  • Forme non comuni di diabete immuno-mediato

Difetti genetici della cellula β

Diverse forme di diabete sono associate a difetti monogenetici della funzione delle cellule β. Queste forme di diabete sono spesso caratterizzate da insorgenza di iperglicemia in tenera età, generalmente prima dei 25 anni. Sono indicati con il termine MODY(Maturity Onset Diabetes of the Young) ovvero come diabete di giovani in età matura. Si tratta di un diabete caratterizzato da ridotta secrezione di insulina, clinicamente simile a quello non insulino-dipendente di tipo 2 ma che insorge in età giovanile, e con controllo metabolico senza necessità di insulina per oltre due anni dall’esordio. È una forma ad ereditarietà di tipo autosomico dominante (carattere geneticamente trasmissibile).

Difetti genetici nell’azione dell’insulina

Esistono cause insolite di diabete che derivano da difetti genetici dell’azione dell’insulina. Le alterazioni metaboliche associate a mutazioni del recettore dell’insulina possono variare da iperinsulinemia e iperglicemia modesta a diabete grave. Alcuni individui con queste mutazioni possono avere acanthosis nigricans, una malattia della pelle caratterizzata dalla comparsa di aree cutanee scure (iperpigmentazione) specialmente in prossimità delle pieghe del corpo. Le donne possono essere virilizzate e avere ovaie cistiche estese. In passato, si parlava di sindrome da insulino-resistenza di tipo A.

Malattie del pancreas esocrino

Qualsiasi processo che colpisce in modo diffuso il pancreas può causare il diabete. Ci si riferisce a pancreatite, trauma, infezione, pancreatectomia e carcinoma pancreatico. Ad eccezione di quello causato dal cancro, il danno al pancreas deve essere esteso perché insorga il diabete. Se sufficientemente estesi, la fibrosi cistica e l’emocromatosi danneggiano anche le cellule β e compromettono la secrezione di insulina. La pancreatopatia fibrocentrica può essere accompagnata da dolore addominale irradiato alla schiena e calcificazioni pancreatiche identificate all’esame radiologico.

Endocrinopatie

Diversi ormoni (ad esempio ormone della crescita, cortisolo, glucagone, epinefrina) antagonizzano l’azione dell’insulina e quantità eccessive di questi ormoni (ad esempio acromegalia, sindrome di Cushing, glucagonoma e feocromocitoma, rispettivamente) possono causare il diabete. Questo si verifica generalmente in individui con difetti preesistenti nella secrezione di insulina e l’iperglicemia si risolve tipicamente quando il problema ormonale viene risolto.

Diabete indotto da farmaci o da sostanze chimiche

Molti farmaci possono compromettere la secrezione di insulina: da soli non possono causare il diabete ma possono contribuire negativamente in individui con insulino-resistenza. In questi casi, la classificazione non è chiara perché la sequenza o l’importanza relativa alla disfunzione delle cellule beta e all’insulino-resistenza è sconosciuta. Ci sono molti farmaci e ormoni che possono alterare l’azione dell’insulina. Gli esempi includono acido nicotinico e glucocorticoidi. I pazienti che hanno assunto α-interferone sono candidati a sviluppare il diabete associato agli anticorpi delle cellule delle isole e, in alcuni casi, a grave insufficienza di insulina.

Forme non comuni di diabete immuno-mediato

La sindrome dell’uomo-rigido è una malattia autoimmune del sistema nervoso centrale caratterizzata da rigidità fluttuante del torace e degli arti e spasmi muscolari dolorosi. La presenza di anticorpi contro la decarbossilasi dell’acido glutammico (GADas) in meno del 70% dei casi suggerisce una patogenesi autoimmune e circa un terzo dei pazienti affetti da questa sindrome svilupperà il diabete.

La presenza nel sangue di anticorpi anti-recettore dell’insulina può alterare il rapporto metabolico tra i livelli di glucosio ed insulina favorendo fenomeni di ipoglicemie o di iperglicemie. Gli anticorpi anti-recettore dell’insulina hanno la capacità di attivare il recettore stesso in modo inappropriato, indipendentemente dai livelli di insulina circolante. Ciò può causare gravi ipoglicemie oppure una condizione di insulino-resistenza che si evidenzia quando la presenza cronica di questi anticorpi è in grado di desensibilizzare il recettore dell’insulina. Questa sindrome è definita insulino-resistenza di tipo B.

Fonti:

  1. AMD – Associazione Medici Diabetologi & SID – Società Italiana di Diabetologia. Standard italiani per la cura del diabete mellito 2016
  2. Chen, J., Zhang, Z., & Cai, L. (2014). Diabetic cardiomyopathy and its prevention by nrf2: current status. Diabetes & metabolism journal, 38(5), 337-345
  3. American Diabetes Association. (2014). Diagnosis and classification of diabetes mellitus. Diabetes care, 37(Supplement 1), S81-S90.
  4. Poitout, V., & Robertson, R. P. (2002). Minireview: secondary β-cell failure in type 2 diabetes—a convergence of glucotoxicity and lipotoxicity. Endocrinology, 143(2), 339-342.

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