La scoperta dell'insulina

La storia di Elizabeth Hughes e la scoperta dell’insulina

Arthur Ainsberg, con Thea Cooper, è il co-autore di Breakthrough, un libro che racconta la storia di Elizabeth Hughes, una ragazza che avrebbe dovuto morire da bambina ma sopravvisse al diabete grazie alla scoperta dell’insulina.
L’articolo che segue è tratto da un’intervista agli autori di Breakthrough pubblicata su Diabetes Voice.

 

Sebbene per milioni di persone la somministrazione dell’insulina sia diventata una parte normale della propria vita, la sua scoperta nel 1921 da parte di quattro uomini all’Università di Toronto – Frederick Banting, Charles Best, John James Rickard Macleod, James Collip – era tutto fuorché ordinario. Questi hanno sopportato innumerevoli battute d’arresto, delusioni e tradimenti prima che scoprissero un estratto efficace per il trattamento del diabete. La scoperta dell’insulina ha trasformato la vita di quasi tutti intorno a loro, inclusa la loro.
Nel 1920, Frederick Banting presentò la sua idea per il trattamento del diabete a John James Rickard Macleod, direttore dell’Istituto di Fisiologia all’Università di Toronto e noto esperto di metabolismo dei carboidrati.
Banting, reduce dalla guerra in Francia, stava facendo delle ricerche sulla relazione tra il pancreas ed il diabete e si accorse di alcuni studi che ritenne particolarmente interessanti. In particolare, Banting lesse un articolo scientifico di Moses Barron, ne rimase affascinato e annotò sul suo taccuino: “Diabetus: l’articolo era incentrato sull’analogia tra i cambiamenti degenerativi che seguivano la legatura dei dotti pancreatici e la loro ostruzione a seguito dei calcoli”.
Dopo la lettura di questo articolo, Banting capì che c’era una correlazione tra le isole di Langerhans del pancreas ed il diabete clinico. Da qui la sua idea: legare i dotti pancreatici nel cane, tenerlo in vita finché gli acini degenerano lasciando intatte le isole, cercare di trarre da queste la secrezione interna e curare con essa la “glucosurea”.

Il metodo era già stato sperimentato in precedenza ma il recente avvento di sofisticati metodi di monitoraggio del glucosio avrebbe consentito a Banting di testare accuratamente gli effetti del suo trattamento sulla glicemia.
Sebbene scettico, Macleod gli concesse un laboratorio di ricerca e gli assegnò Best come suo assistente. Né Banting né Best erano scienziati o ricercatori di spicco. Banting era stato uno studente mediocre all’Università di Toronto e medico nella prima guerra mondiale, Best era “solo” uno studente universitario scelto con il lancio della monetina rispetto al collega E. Clark Noble.

In quello stesso tempo, una ragazza adolescente diabetica contribuì al successo di questi due improbabili eroi. Elizabeth Hughes era la figlia più giovane del Governatore di New York Charles Evans Hughes. Nel 1919, all’età di 11 anni, a Elizabeth venne diagnosticato il diabete “giovanile”, ora noto come diabete di tipo 1. La sua prognosi sembrava triste. Infatti, prima della scoperta dell’insulina, i bambini con diabete di tipo 1 sopravvivevano in media 11 mesi dopo la diagnosi; dal 1900 al 1919, la metà di tutte le persone con diabete morì entro due anni.
I genitori di Elizabeth si rivolsero a Frederick Allen, conosciuto allora come l’esperto numero uno nella cura del diabete. La “dieta da fame” di Allen era uno dei trattamenti più efficaci per prolungare la breve vita di una persona diabetica: non più di 800kcal al giorno, al fine di ottenere urine “sugar-and acid-free“. Chiaramente i giovani diabetici erano stremati dalla dieta e continuavano a morire in coma. Elizabeth seguiva perfettamente la dieta di Allen, senza mai esitare nella sua convinzione che, se fosse riuscita a sopravvivere abbastanza a lungo, si sarebbe verificata una svolta che l’avrebbe salvata da questa malattia.
Mentre Elizabeth deperiva, a Toronto si stavano facendo progressi: il nuovo estratto di Banting e Best fu iniettato in un cane diabetico, provocando una evidente diminuzione della glicemia. Questo significava che l’estratto iniettato induceva l’organismo a metabolizzare il glucosio, le condizioni cliniche del cane migliorarono notevolmente: era stata scoperta l’insulina.

Con questo nuovo successo, Macleod fu finalmente convinto che la scoperta di Banting e Best fosse degna di un team di ricerca. Ad affiancare i due ricercatori ci fu il biochimico James Bertrand Collip che contribuì al perfezionamento del metodo estrattivo. Banting, credendo che gli altri stessero cercando di prendersi il merito del suo lavoro, si ritirò temporaneamente dal gruppo di ricerca e cominciò a bere molto.
Il peso di Elizabeth Hughes scese a 19,5 kg e sua madre, nella disperata ricerca di aiuto, scrisse a Banting chiedendogli di curare sua figlia. Come fatto con tutte le altre richieste, Banting la rifiutò perché l’insulina era ancora troppo sperimentale e troppo scarsa.
Nel frattempo, per soddisfare la domanda di produzione di massa, il team di Toronto strinse un accordo con Eli Lilly and Company di Indianapolis (U.S.A.), interessata alla scoperta; d’altra parte, nel gennaio 1922, il Connaught Laboratories di Toronto iniziò una produzione di insulina limitata alle necessità della sperimentazione clinica. Ciononostante, l’insulina era ancora un metodo instabile e sperimentale e le persone con diabete continuavano a morire.

Elizabeth Hughes fu una dei fortunati: il 15 agosto 1922, seduta nell’ufficio di Banting a Toronto, Elizabeth divenne una delle prime persone a ricevere un’iniezione di insulina. Sebbene le scorte iniziali fossero scarse e pericolose, potenzialmente persino mortali, Elizabeth migliorò, prese peso velocemente e divenne più alta, cambiamenti che lei descrisse come “incredibilmente meravigliosi”.
Tre mesi dopo che Frederick Banting le aveva iniettato l’insulina, Elizabeth Hughes lasciò Toronto per iniziare una nuova vita. Era stato il suo sogno quello di vivere come una ragazza normale e l’insulina le permetteva di vivere quel sogno. Il suo diabete restò comunque un segreto, perfino i figli non seppero nulla della patologia per diversi anni. Non era un’impresa da poco, date le difficoltà nella gestione del diabete, ma grazie ad un’eccezionale determinazione e disciplina, Elizabeth riuscì a vivere la vita straordinaria e ordinaria che aveva tanto desiderato durante i suoi angosciosi anni di sofferenza e pre-insulina.

 

Dal primo esperimento fallito al suo lancio in tutto il mondo, l’insulina è stata inventata e utilizzata in soli due anni. Oggi un nuovo farmaco impiega circa 12 anni e 1 miliardo di dollari USA per raggiungere l’utente finale (paziente), dopo aver completato con successo una serie di revisioni governative e normative.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.