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Le tre fasi per l’apprendimento del conteggio dei carboidrati

Il conteggio dei carboidrati è una tecnica basata sull’apprendimento e l’esperienza personale, che mira ad aiutare il paziente diabetico ad essere autonomo nel saper quantificare il contenuto di carboidrati di un pasto e utilizzare questo dato per calcolare la dose di insulina necessaria. L’obiettivo è quello di ottenere valori glicemici più stabili riducendo il rischio di ipoglicemie, a fronte di una maggiore libertà nelle scelte alimentari.

La base di partenza per avviare il paziente diabetico al conteggio dei CHO è

1. Sapere cosa sono i carboidrati e quali sono gli alimenti che li contengono

Comunemente le persone credono che gli unici alimenti contenenti carboidrati siano cereali, pasta e pane e non immaginano che anche i legumi, i tuberi, la frutta, il latte e altri alimenti commerciali impanati contengono CHO. Inoltre, ai fini del conteggio dei CHO, i termini carboidrati, amidi, glucidi, zuccheri sono sinonimi in quanto tutti questi sono sostanze che, una volta ingerite e digerite, si trasformano in glucosio.
I lipidi e le proteine alterano la glicemia dopo 4-10 ore dall’ingestione in quanto, una piccola parte di essi, viene tramutata dall’organismo in zuccheri. Pertanto non necessitano di insulina subito (per il pasto) ma, se mangiati in quantità considerevoli, potrebbero richiedere insulina di correzione dopo 4-10 ore dall’ingestione. In particolare, cibi come latte, yogurt e legumi sono una buona fonte proteica ma contengono anche carboidrati per cui devono essere conteggiati e richiedono insulina, come spiegato in dettaglio in questo articolo.
La maggior parte di ortaggi e verdure contiene CHO non amidacei che non influiscono in modo significativo sulla glicemia e contengono fibre che, al contrario, rallentano l’assorbimento degli zuccheri. Pertanto, nella maggioranza dei casi, non è necessario quantificare le verdure e gli ortaggi per il conteggio; anzi, se il quantitativo di fibre del pasto supera i 5gr bisogna sottrarlo al conteggio totale dei carboidrati!

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La risposta glicemica nelle prime ore dopo un pasto è condizionata anche dalla qualità dei carboidrati assunti. Il diverso impatto dei diversi cibi sulla glicemia viene definito indice glicemico. Il carico glicemico, inoltre, è un indice che tiene conto sia della qualità che della quantità dei carboidrati assunti.

2. Saper quantificare i carboidrati presenti negli alimenti

Una volta individuati gli alimenti da prendere in considerazione per il conteggio dei carboidrati, è necessario che il paziente diabetico sappia quanto valgono. Il metodo più semplice e applicabile è quello del calcolo dei grammi di CHO secondo il quale bisogna contare i valori esatti dei CHO presenti negli alimenti consumati. A tal proposito ci sono diverse tabelle di composizione degli alimenti che riportano il contenuto in carboidrati di ciascuno di essi. In particolare, tutti i prodotti confezionati presentano l’etichetta nutrizionale da cui poter ricavare i carboidrati totali (la voce “di cui zuccheri” è irrilevante ai fini del conteggio) per 100gr di alimento o a volte per porzione. A questo punto, però, il problema resta quello di saper stimare la porzione consumata. In altre parole, sapere che 100 gr di pane contiene 67 gr di CHO non serve a  nulla se il paziente non sa quante ne consuma! Per fare questo è indispensabile che il paziente impari a pesare gli alimenti a crudo e a cotto (leggi Peso alimenti crudi e cotti: guida alla conversione), impari a leggere le etichette alimentari e sappia utilizzare strumenti alternativi per la stima della porzione consumata, come ad esempio suggerito nella dietetica per volumi. Il paziente può usare anche misure casalinghe oppure confrontare la propria porzione con quelle raffigurate in atlanti alimentari portatili o applicazioni per smarphone contenenti le foto degli alimenti.

Atlante degli alimenti

3. Individuare il rapporto insulina/carboidrati (I:C) per applicare il conteggio dei CHO

Ora che il paziente sa riconoscere gli alimenti che contengono i carboidrati e sa stimarne il contenuto nelle singole porzioni assunte, è pronto ad applicare il rapporto insulina/CHO per poter variare la dose di insulina in base ai CHO che intende assumere. Infatti, il paziente diabetico non deve fare altro che sommare tutti i CHO presenti nel pasto e dividerlo per il proprio rapporto insulina/carboidrati. Il rapporto dipende dall’individuale sensibilità all’insulina del paziente ed esso può variare in diversi momenti della giornata.
Se si usa un calcolatore di bolo, l’insulina verrà calcolata automaticaticamente dopo aver inserito la glicemia di partenza e i grammi di CHO che si vogliono assumere. Se per il pasto in questione non si assumono carboidrati, basta segnare 0 gr di CHO in modo che il calcolatore terrà conto solo della glicemia di partenza e, se necessario, suggerirà di correggerla con una quantità di insulina che tiene conto anche dell’eventuale insulina attiva, ovvero insulina residua in circolo.

 

Fonti

  1. Fleres, R. C. Calandrino, A. CucchiaraManuale di Carbocounting
  2. S. Accorsi. Il Calcolo dei carboidrati: da dove iniziamo?
  3. Cimino, M.G. Grazioli, G. MarelliIl counting dei carboidrati

 

Nota Bene

Se vuoi seguirmi nel conteggio dei carboidrati è doveroso per me e giusto per te che tu conosca, almeno, le fonti e i riferimenti utilizzati per scrivere gli articoli.
A questo link troverai tutti i dettagli.

 

 

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